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tecnologiePERcomunicare

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La prima espe0030rienza di comunicazione tutti noi l’abbiamo avuta alla nascita, la prima che ricordiamo è quella che ci ritorna alla mente ormai senza più “sapori” e “rumori” un’immagine come in una fotografia, quelle che ci hanno formato restano a volte lasciando il segno.

Vedere e parlare, azioni che possono essere, l’una, anche passiva e l’altra a volte troppo leggera eppure rappresentano la Relazione ed avviene con la più immediata delle tecnologie ma anche quella più complessa e delicata…noi stessi.

Molti anni fa, in anni pieni di storia, potei vedere per la prima volta una sequenza di numeri sull’avambraccio di un signore, non ricordo il suo nome ma ricordo bene la sua signora la prof.ssa Franchini e le sue lezioni e poi l’Epica e l’Orlando Furioso. Ci venne a spiegare il perché, nel giornalismo, si va accapo con l’apostrofo, una testimonianza professionale che ci permise di andare oltre la stupida brutalità di quella sequenza di numeri e continuare a vivere la vita, mentre e sempre in quegli anni, le esperienze di laboratorio con Antonio Neiwiller ci permisero di apprezzare la forza della parola e della gestualità nella scena che era del teatro ma che poi è stata della vita, ed il primo incontro con la tecnologia quella di un microscopio elettronico e di una camera oscura e del suo tecnico che animava le nostre ricerche, Patricia Hearst, giovane e bellissima come solo da giovani lo si può essere e poi..la prima rivolta, civile ma ferma, all’indomani di quel 12 Dicembre del 1969 nel quale non volli, né volemmo, accettare la versione che ci veniva chiesto di appoggiare come senso comune e verità “giornalistica” nel corridoio della nostra palestra di studenti medi..freschi di elementari.

Insegnamenti e momenti di crescita e la curiosità che non è mai venuta meno in tutti questi anni.

La Relazione ci forma e resta a farci compagnia in quel giorno che l’abbiamo instaurata ed oggi che ne continuiamo ad applicare le esperienze ricevutene.

Oggi la Relazione che ci guida, che guida lo scrivente e ne determina le azioni e le decisioni, è il divenire di cose viste e di parole ascoltate, è la somma delle emozioni di momenti che non conosciamo eppure hanno rappresentato il vissuto di una vita, quella che oggi è ancora la compagna delle mie emozioni ed esperienze.

L’occhio vede e la reflex registra, l’orecchio media e ci permette l’ascolto e la Relazione si instaura e questo sempre ogni giorno ed in ogni azione. Per questo il motivo dominante della vetrina che ospita questo mio contributo è fatto con quello che il mio occhio ha visto e la mia reflex ha registrato..nel mentre la mia fantasia tecnica correva, (qualcuno la chiama competenza), e definiva la strada del mio realizzare la quotidianità lavorativa stabilendo nelle “tecnologiePERcomunicare” l’infrastruttura progettuale con la quale si affrontano e governano le richieste ma anche le necessità della nostra clientela, anche quelle che, nel momento in cui si stabilisce la Relazione, restano solo in attesa di una espressione di la a venire.

Cambiano le tecniche di comunicazioni!

Parlare è Comunicare ma intrinseco al nuovo essere infrastrutturale delle comunicazioni sono i servizi gli stessi che si presentano come strumenti, necessari e però da strutturare, in una economia che ha separato produzione e circolazione ed al contempo ne integra entrambe le necessità.

Oggi viviamo questa separazione su base geografica ma la richiesta, è per noi, e separata che integrata, le nostre competenze, non richieste esplicitamente dalla nostra clientela se non nella forma di aspettativa per nuove opportunità, messe a dura prova, richiamano istanze di cambiamento.

Per lo scrivente un momento di cambiamento..una sterzata..brusca..per certi versi inaspettata ma, a ben vedere e con la ragionevolezza del “giorno dopo”, l’esito inevitabile delle scelte fatte per poter affrontare le nuove frontiere della Relazione.

Ecco allora che nella continuità di una attività che nelle tre fasi, la fondante, l’inizio e l’attuale momento imprenditoriale, insiste nel mercato delle telecomunicazioni, e non solo in ambito Campano, da ben 9.464 giorni un totale di 25 anni; 10 mesi; 4 settimane; 2 giorni, che nella scelta della semplicità, ha fatto dell’utilizzo massiccio della tecnica del cablaggio strutturale, proprio della progettazione di un edificio intelligente, portato, forti della nostra capacità di dimensionarne la scala, come infrastruttura dorsale di tutte le nostre progettazioni e la scelta della tecnica IP di incapsulamento della voce nel protocollo di rete TCP/IP come strutturazione dei Servizi..la scelta degli strumenti .. quelli con i quali è stato possibile progettare e popolare l’immaginario tecnico delle nuove frontiere delle “tecnologiePERcomunicare” appunto le nuove frontiere il passaggio fondamentale alla già avanzante tecnica quantistica di manipolazione dei dati, porta d’ingresso o meglio gateway, verso la  sicurezza delle informazioni inviate in rete.

Ancora una volta l’innovazione come presente e l’innovazione come prossimo futuro ma la “Relazione “ è nella semplicità e nulla è cambiato nel motto che ha sempre costituito lo scherzoso nostro biglietto da visita:
“..abbiamo quadrato il disco combinatore con un tastierino numerico e vi abbiamo fatto parlare, l’unica richiesta è sempre stata una, l’unica possibile : 2 fili! ..è tutto quello che oggi continuiamo a chiedervi e se non ci sono nessun problema..”

Qui mi interrompo, chiedo a me stesso di non andare oltre, potrei farlo avendo in questa scaletta almeno altri due argomenti da trattare ma, volutamente, vi rimando ai due contributi di prossima pubblicazione.
Tratteranno rispettivamente della scelta dei partner interni e delle scelte di integrazione dei servizi di fonia e dati e di quelli esterni con la cooptazione nel nostro immaginario tecnico di nuovi servizi di comunicazione distribuiti con un carrier rispondente alle nostre richieste generali.

Vi aspettettavate un bilancio?..non serve è tutto nel continuum del nostro divenire dove, noi, abbiamo un’unica certezza, (e non sono i maggiori forecast imposti dalla frenesia del mercato), quella di non saper invecchiare ed aggiungo non volerlo in alcun modo  essendo, io, assolutamente cosciente che il nostro futuro è nella capacità di avere dinnanzi sempre un nuovo orizzonte nel raggiungere quello che già ci eravamo preposti.

Buon Anno.